Introdacqua, il cui nome significa “tra le acque”, è un borgo medievale immerso in boschi e sorgenti. Nacque come comunità agricola dei monaci di San Clemente a Casauria e, nei secoli, si fortificò con mura, torri e una rocca dominante. Governato da importanti famiglie nobiliari - Di Sangro, d’Aquino, d’Avalos, Trasmondi - conserva ancora palazzi signorili e porte d’accesso storiche. Simbolo del borgo è la Torre cintata del XII secolo, considerata da Carlo Perogalli uno dei migliori esempi di architettura difensiva in Italia: a pianta quadrata, circondata da una cinta poligonale a scarpa, serviva a proteggere il presidio e a respingere gli assalti. Si raggiunge facilmente dalla piazza principale.
Chiesa di Maria Santissima Annunziata (1474-1510)
Sorge nel cuore del borgo, al di sotto del piano stradale per effetto di un’antica alluvione. Il portale in pietra è ornato da colonnine e pilastrini a strombo, mentre l’interno basilicale a tre navate unisce solennità medievale e ricchezza barocca. Tra le opere spiccano un altare marmoreo intarsiato con la statua lignea dorata della Vergine col Bambino, una nicchia affrescata con la Madonna e i Santi Biagio e Lucia, e la monumentale cappella che custodisce le spoglie di San Feliciano Martire, patrono di Introdacqua. Il campanile quadrangolare in pietra, sormontato da cuspide piramidale, è tipico della Valle Peligna.
Chiesa di Sant’Antonio (XI sec.): costruita dove un tempo sorgeva il cimitero comunale, si affaccia sulla Conca Peligna a quota 1000 m. Ha ospitato eremiti e conserva affreschi di valore, tra cui un San Benedetto. L’altare centrale barocco custodisce la statua di Sant’Antonio con il Bambino.
Monte Plaja: offre percorsi escursionistici immersi nella natura e conduce al “Piano della Civitella”, dove De Nino individuò i resti di un antico insediamento italico.