Raiano




Raiano affonda le proprie radici in epoche remote. Sulle alture che sovrastano l’abitato attuale si conservano tracce di insediamenti protostorici, mentre sulla collina del Castellone, in età medievale, sorse il Castrum Radiani, menzionato per la prima volta nell’872 d.C. Il borgo fortificato, strategicamente posto a controllo della vallata, rimase abitato fino alla seconda metà del XV secolo, quando una serie di terremoti ne provocò l’abbandono. La popolazione si trasferì più a valle, dando origine al nucleo storico dell’attuale Raiano.

Il centro storico si sviluppa ai margini di quello che fu il tratturo. Via Sansonesco attraversa l’abitato in tutta la sua lunghezza, offrendo scorci di portali in pietra, balconi barocchi e dimore storiche come il settecentesco Palazzo Muzi, Palazzo Lepore e Palazzo Sagaria Rossi, che ospitò il filosofo Benedetto Croce. Nella stessa via si incontrano la chiesetta di Sant’Antonio Abate e il suggestivo Frantoio Fantasia, testimonianza intatta della tradizione olearia locale.

L’espansione nella pianura circostante iniziò attorno al vecchio nucleo, inglobando edifici preesistenti come la Torre dellOrologio e la quattrocentesca chiesa di Santa Maria (poi divenuta l’attuale parrocchiale), per poi svilupparsi lungo le direttrici della via Tiburtina e dell’antico tratturo. Lungo questi assi, nel XVII secolo, sorsero due importanti complessi conventuali francescani: il Convento degli Zoccolanti (Padri Osservanti Minori), con il chiostro interamente affrescato, e il Convento dei Cappuccini, allora immerso nella quiete della campagna.

La vita culturale di Raiano è vivace e scandita da numerosi appuntamenti. Tra questi spicca la Sagra delle Ciliegie, evento di richiamo regionale che ogni anno attira migliaia di visitatori, celebrando un frutto simbolo del territorio e unendo sapori, tradizione e ospitalità.

L’attrattore naturalistico e simbolo di Raiano è la Riserva Naturale delle Gole di San Venanzio, un’area protetta di straordinaria bellezza che custodisce paesaggi incontaminati e memorie storiche. Il cuore della riserva è l’Eremo di San Venanzio, costruito nel XV secolo sul luogo dove, secondo la tradizione, trovò rifugio il martire Venanzio da Camerino. Il loggiato dell’eremo, sospeso sul fiume Aterno, offre un panorama unico. Tra le opere conservate all’interno spicca il Compianto in terracotta policroma (1510), una straordinaria composizione di diciassette figure e cinque angeli sospesi dal soffitto.

Poco sopra l’eremo si snoda il sentiero scavato nella roccia che costeggia l’antico acquedotto romano detto delle ùcchelle. L’acquedotto, realizzato nella prima età imperiale, attingeva l’acqua nel territorio di Molina Aterno, attraversava le gole e raggiungeva l’area peligna e Corfinium. L’opera fu ottenuta scavando un canale direttamente nella roccia, largo fino a 0,80 metri e alto circa 1,50-1,80 metri.