Pettorano sul Gizio




Il paese ha origini molto antiche e nel Medioevo fu un importante nodo strategico e militare, grazie alla sua posizione di controllo dell’accesso all’Altopiano delle Cinque Miglia, via obbligata per i traffici tra l’Abruzzo e il Regno di Napoli. Il Castello Cantelmo, che domina il centro abitato, ne fu per secoli il fulcro politico e difensivo.  Il Castello di Pettorano, oggi visitabile, domina dall’alto il borgo antico.   La torre centrale a pianta triangolare, detta a puntone, è la parte più antica dell’intero complesso e, probabilmente,  risale all’epoca longobarda. Attorno ad essa, nel corso del XII secolo, fu realizzata una più articolata cinta fortificata dotata di due torri cilindriche e una torre prismatica, probabilmente con funzione di rinforzo e osservazione.

Dal 1310 e fino alla metà del XVIII secolo, il castello fu possedimento della potente famiglia Cantelmo, che lo trasformò in una roccaforte stabile e sicura. Sotto la loro signoria, la struttura venne ampliata e adeguata alle esigenze difensive dell’epoca, mantenendo però la sua funzione militare.
Nel corso del Trecento, anche il borgo sottostante si sviluppò intorno al castello e fu a sua volta cinto da mura. Di queste fortificazioni urbiche restano oggi alcune porte superstiti, che testimoniano l’antico assetto medievale dell’abitato.
Nelle immediate vicinanze del centro storico e lungo il fiume Gizio si trova Il Parco di Archeologia Industriale con 4 opifici recuperati integralmente nella loro struttura esterna (i mulini, la Ramiera, la gualchiera)

La Riserva Naturale Monte Genzana e Alto Gizio è l’area protetta regionale più estesa dell’Abruzzo, situata nel territorio di Pettorano. Si sviluppa tra il fondovalle del fiume Gizio e la vetta del Monte Genzana (2.170 m), offrendo una straordinaria varietà di ambienti naturali: boschi di faggio, praterie d’alta quota, habitat fluviali e forre rocciose. Ospita una ricca biodiversità, tra cui l’orso bruno marsicano, il lupo, il cervo e numerose specie di rapaci.
Sentieri, centri visita e iniziative educative rendono la riserva un luogo ideale per vivere l’Abruzzo autentico, tra paesaggi selvaggi e memorie millenarie.

Monte Mitra - La grande fortezza dei Peligni
A cavallo tra i territori comunali di Cansano e Pettorano sul Gizio, a oltre 1.070 metri di quota, si erge uno dei più vasti e affascinanti sistemi fortificati dell’Abruzzo preromano: la fortificazione italica di Monte Mitra, tra i principali esempi di insediamenti d’altura del mondo Italico. Facilmente difendibile e dotata di sorgenti, fu scelta dagli Italici già in epoca arcaica per la costruzione di un insediamento protetto da una poderosa cinta muraria lunga quasi 4 chilometri. Il perimetro  è delimitato da un muraglione in opera poligonale, realizzato con grandi blocchi di pietra appena sbozzati, alcuni dei quali raggiungono i 3 metri di altezza. Ancora oggi il tratto meglio conservato si apprezza sul versante nord-orientale. La posizione, dominante sulla media Valle del Gizio e con ampio controllo visivo verso la conca Peligna, rende Monte Mitra un nodo strategico nel sistema dei centri fortificati peligni.  All’interno delle mura si trovano alture secondarie e piccole conche: tra queste, la valletta centrale dove ancora oggi sgorga una sorgente — probabilmente lo snodo primitivo dell’insediamento. Gli scavi hanno restituito resti di abitazioni, strutture murarie e oggetti votivi databili tra il V e il III secolo a.C., oltre a reperti provenienti dalle necropoli associate.

L’assenza di tracce monumentali romane all’interno lascia supporre che il centro sia stato abbandonato o marginalizzato dopo la conquista del territorio da parte di Roma.
Dopo l’età romana, il sito fu rioccupato nel Medioevo, tra l’XI e il XV secolo, quando un piccolo villaggi, Pacile, si insediò nelle conche interne, sfruttando la stessa sorgente utilizzata mille anni prima. Resti medievali sono ancora visibili, sebbene in stato frammentario.
Il sito è raggiungibile con sentieri da Cansano e Pettorano sul Gizio.