Villalago



Villalago si sviluppa sulle pendici del Monte Argoneta, dominato dall’imponente torre medievale cilindrica, collocata in posizione panoramica sulla Valle del Sagittario. La torre, probabilmente eretta nel XI secolo a scopo difensivo per il Monastero di San Pietro de Lacu, fondato intorno al 1010 da San Domenico Abate. Restaurata recentemente, è raggiungibile da Piazza Celestino Lupi tramite una gradinata sinuosa o, in auto, fino alla Piazzetta Iafolla   da cui si prosegue a piedi.

La storia di Villalago è strettamente legata al monastero benedettino di San Pietro de Lacu, che nel 1067 venne donato all’Abbazia di Montecassino insieme alle terre circostanti. Il borgo si sviluppò inizialmente all’ombra del monastero  diventando, nel 1568, un’Università autonoma, ribellandosi ai tentativi di assoggettamento dei conti Belprato di Anversa. Solo nel 1806 Villalago perse questo status, entrando in un regime feudale a cui era stato finora estraneo. L’isolamento terminò nel 1892 con la costruzione della Strada Statale 479 Sannite e l’illuminazione arrivò nel 1914 con la prima centralina elettrica.

Il borgo conserva cinque chiese, tra cui due nel centro abitato: la chiesetta di San Michele Arcangelo, posta nella parte alta del paese, con una magnifica lunetta in pietra (XI–XII secolo) raffigurante Cristo con il libro della vita e angeli genuflessi; e la chiesa della Madonna Addolorata (1575), annessa al palazzo della famiglia Lupi, che custodisce nella sua torre campanaria la campanella di San Domenico, datata A.D. 600. Nella parte bassa si trovano la chiesa della Madonna di Loreto, documentata dal XIV secolo e decorata con un bassorilievo simile alla lunetta di San Michele, e la chiesetta delle Grazie, con un portalino in pietra datato 1555.

A valle del paese sorge l’eremo di San Domenico, luogo di ritiro spirituale dove l’anacoreta visse intorno al 1010. Incastonato tra rocce e acque smeraldine, l’eremo presenta un portale in pietra con motivi bizantini e una bifora che si affaccia sul lago, habitat di germani reali, oche e folaghe. Questo luogo, riserva naturale insieme al vicino lago Pio, è circondato da boschi di cerri e faggi ai confini del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.