Situata al centro della Valle Peligna, Pratola Peligna è uno dei principali centri della provincia dell’Aquila. Le sue origini risalgono al Medioevo, quando si sviluppò come borgo agricolo e fortificato, già noto nei documenti del X secolo. Nel 1294 Carlo II d’Angiò lo assegnò all’abate del monastero di Santo Spirito al Morrone: da quel momento, la sua storia fu strettamente legata a quella di Celestino V e dei suoi monaci.
Simbolo identitario del paese è il Santuario della Madonna della Libera, edificato tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, con un interno riccamente decorato. Il santuario custodisce una immagine venerata della Madonna. Qui, ogni anno, la prima domenica di maggio, si celebra una delle feste religiose più sentite d’Abruzzo: la processione della Madonna della Libera, che trasforma il borgo in un grande palcoscenico di fede, musica e colori, richiamando pellegrini da tutta la regione e oltre.
Passeggiare per il centro storico significa scoprire la Chiesa di San Rocco, la Chiesa di San Pietro Celestino, la Chiesa della SS. Trinità e una serie di eleganti palazzi signorili, testimonianza dell’antico benessere del paese. Grazie alla sua posizione strategica e ai collegamenti ferroviari e autostradali, Pratola è anche un’ottima base per esplorare i paesaggi del Morrone, del Parco Nazionale della Majella e i vicini borghi storici della valle.
Castello di Orsa
Sorto probabilmente nell’XI secolo come residenza fortificata e poi trasformato in castello-recinto, il Castello di Orsa si ergeva sul monte omonimo (450 m), tra Roccacasale e l’Eremo di Sant’Onofrio. Fu feudo di Teodino nel XII secolo e dal 1170 passò al vescovo di Valva, insieme ad altri castelli della Valle Peligna. Nel XIV secolo appartenne ai nobili Quatrario di Sulmona, ma nel 1329 fu incendiato dai Merolino. Nel 1420 la regina Giovanna lo attribuì a Sulmona; nel XV secolo era già abbandonato, noto nei documenti come Orsa diruta. Oggi restano ruderi di mura e di una torre, raggiungibili a piedi o in fuoristrada dalla frazione di Bagnaturo San Pietro.